Impatti dei cambiamenti climatici sulle aziende: quali sono le sfide che ci aspettano?
11 dicembre 2025
11 dicembre 2025
Le aziende dovranno attuare politiche per rafforzare la loro resilienza ai rischi climatici e la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici
Si ringrazia la dott.ssa Laura Zamboni, dottore di ricerca e consulente di rischio climatico, che ha contribuito alla stesura di questo articolo.
Per affrontare efficacemente le problematiche relative agli impatti dei cambiamenti climatici sulle attività e infrastrutture del nostro territorio, è utile e talvolta necessaria, la collaborazione di più figure professionali, quali ad esempio ingegneri, climatologi ed esperti ambientali. Il connubio tra queste diverse professionalità riflette la complessità del problema e la necessità di affrontarlo da diversi punti di vista. Come ci ricorda l’obiettivo per lo sviluppo sostenibile 13 (SDG 13- Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico), è fondamentale attuare politiche che rafforzino la resilienza ai rischi climatici e la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Ma cosa possono fare le aziende per gestire al meglio gli impatti dei cambiamenti climatici sulle loro attività?
I nostri clienti – aziende industriali, infrastrutturali, del settore immobiliare, energetico e della Pubblica Amministrazione – si trovano a dover modificare le proprie strategie in funzione dei potenziali impatti dei cambiamenti climatici sulle loro attività. Ci chiedono anzitutto come valutare la propria esposizione e vulnerabilità ai rischi climatici, e successivamente come diventare più resilienti. I rischi climatici a cui sono esposti sono di diversa natura, in funzione delle caratteristiche del territorio e del tipo di attività svolta, tra cui la sicurezza delle persone, la business continuity, danni o perdite agli asset, macchinari e stoccaggi.
L’Italia è per sua natura un territorio esposto a rischi idrogeologici e naturali, a questo si aggiungono le variabilità climatiche che, come in altri paesi Europei, stressano ulteriormente un territorio già in difficoltà.
Le nostre attività, le infrastrutture, le industrie, sono sempre più vulnerabili ed esposte ai rischi climatici, con un evidente aumento della frequenza degli eventi in cui le infrastrutture evidenziano criticità intrinseche nella risposta allo stress climatico.
Nella pratica si possono fare diversi esempi concreti, dalla rottura degli argini, alle frane che invadono e destabilizzano strade e ferrovie, come accaduto a (Ravenna) (Romagna, 2025), dove parte delle estese inondazioni nel maggio del 2023 ha causato danni per un totale di 8,5 miliardi di euro in Emilia-Romagna (Emilia-Romagna, 2025). Pensiamo poi alle alluvioni che hanno causato un danno di (Toscana, 2024) mentre, a novembre dello stesso anno nel solo mese di luglio 2023, la regione Friuli Venezia Giulia ha subito danni per un ammontare di (TGRFriuliVeneziaGiulia, 2023), in seguito a piogge e venti intensi.
Nel complesso le variazioni climatiche in Italia al momento sembrano caratterizzate da un aumento delle temperature, variazioni nel regime delle precipitazioni e una maggiore frequenza e durata degli eventi climatici estremi. Le proiezioni climatiche ottenute attraverso l’utilizzo di modelli climatici, considerando il valore medio, l’incremento di temperatura arriva fino a 5°C per lo scenario con concentrazioni più elevate (RCP 8.5) fino al 2100 (CMCC, 2020). Mentre, per quanto riguarda le precipitazioni vi sono significative differenze geografiche. In generale, si osserva una possibile diminuzione dei valori annuali complessivi ed un aumento di intensità nei giorni più piovosi (CMCC, 2020), in linea con le tendenze ascrivibili al cambiamento climatico.
Gli RCP rappresentano i Percorsi Rappresentativi di Concentrazione (Representative Concentration Pathways, RCP). Sono scenari climatici espressi in termini di concentrazioni di gas serra piuttosto che in termini di livelli di emissioni.
In particolare, tra gli scenari IPCC principalmente adottati per effettuare le simulazioni climatiche ad alta risoluzione, qui facciamo riferimento a:
Ecco 5 domande che dovresti porti:
Disporre di una valutazione della resilienza ai rischi climatici delle proprie attività è la base per individuare, valutare e attuare le misure di adattamento ai cambiamenti climatici (CommissioneEuropea, 2021).
Ecco alcune linee guida per lo sviluppo della valutazione di resilienza ai rischi climatici:
Nel complesso, di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici, restare a guardare non è più un’opzione.
I paesi aderenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici hanno concordato di contenere l’aumento della temperatura globale media ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, puntando a limitarlo a 1,5°C. La temperatura media tra il 2015-2024, rispetto al periodo pre-industriale, ha registrato incrementi tra 1.24°C e 1.28°C, mentre in Europa ha subito un aumento più marcato tra il 2.19 °C e 2.26°C a seconda del dataset utilizzato (EuropeanEnvironmentAgency, 2025).
Nel complesso, di fronte agli impatti dei cambiamenti climatici, restare a guardare non è più un’opzione.
Per comprendere meglio i rischi a cui si è esposti, ci viene in aiuto l’Unione Europea che classifica i pericoli legati agli impatti dei cambiamenti climatici, secondo , in:
Saranno quindi questi i pericoli da tenere in considerazione nel momento in cui si sarà effettivamente pronti a guardare in faccia i rischi climatici e porsi la domanda: devo adattarmi ai cambiamenti climatici, se sì come e quando?
Nel rispondere a tale domanda, è indispensabile un’attenta valutazione dei rischi economici che gli impatti dei cambiamenti climatici comportano per un’azienda: mancata continuità operativa a causa di eventi atmosferici, difficoltà di approvvigionamento idrico, danni fisici e strutturali a macchinari ed edifici, solo per citarne alcuni. Le azioni di adattamento che si rendono necessarie per far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici a cui è sottoposta un’attività possono essere strutturali e non strutturali, ovvero richiedere processi di tipo organizzativo, partecipazione, informazione e governance (in linea con gli obiettivi del SDG 13).
Risulta importante quindi, disporre di una valutazione di resilienza climatica e se vi sono rischi climatici significativi procedere con un’analisi dettagliata identificando le azioni di adattamento .
Nello sviluppo del processo di adattamento la preparazione di un piano di adattamento e l’utilizzo di strumenti di analisi oggettivi possono guidare l’individuazione delle strategie e relative priorità. Tra questi, possiamo citare lo sviluppo di analisi multicriterio per valutare le azioni selezionate, l’utilizzo di protocolli di sostenibilità per la gestione sostenibile delle risorse (come, ad esempio Net Positive Water Impact, Envision ecc.) e valutazione dell’impronta idrica della propria attività tramite water balance sito specifici, come nel progetto realizzato da ݮý per i beni del FAI e volto al raggiungimento di un target di riduzione del consumo idrico annuo.
In un contesto in cui i cambiamenti climatici rappresentano una sfida crescente per aziende di ogni settore, non è più possibile non agire. La valutazione della vulnerabilità e della resilienza ai rischi climatici diventa il primo passo fondamentale per proteggere asset, persone e continuità operativa. ݮý accompagna i propri clienti in questo percorso, offrendo servizi di analisi e strumenti oggettivi per individuare i rischi specifici, pianificare interventi di adattamento e monitorare costantemente gli impatti sulle attività aziendali. Solo attraverso un approccio integrato, che coinvolga tutte le funzioni aziendali e gli stakeholder, è possibile trasformare la sfida climatica in un’opportunità di crescita sostenibile e di innovazione.